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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Camminare può cambiarci la vita

  Flaneuse, mi dicevano. Camminavo tantissimo, mi piaceva perdermi nella mia città e poi, chissà come, ritrovare la strada di casa. Leggendo Camminare può cambiarci la vita del neuroscienziato Shane O’Mara, ho finalmente capito come riuscissi a tornare all’ovile sana e salva e, mirabilia del nostro cervello, come siano possibili i viaggi nel tempo mentali oltreché quelli fisici nello spazio. Tutto comincia settant’anni fa con la scoperta, di Edward Chace Tolman dell’Università di Berkeley, di quella mappa astratta dell’ambiente che il cervello crea per potersi orientare nel mondo tridimensionale, la cosiddetta mappa cognitiva. Da settant’anni in qua il quadro di questa preziosa mappa si è fatto, grazie a studi ed esperimenti via va più sofisticati, sempre più complessa. C’è un vero e proprio sistema Gps nel cervello, distribuito in più aree ovviamente connesse e tanti sono i tipi di cellule che contribuiscono al senso dello spazio. Un sesto senso silenzioso, detto propriocezione c

La spirale del sottosviluppo - Perché (così) l'Italia non ha futuro

  Italia, questa bella addormentata, rischia di non svegliarsi in tempo. E’ tardi, ma non ancora troppo per avere un futuro. Un libro pieno di dati, rapporti e ricerche, di cose (troppe) che non vanno e proposte perché vadano meglio. La spirale del sottosviluppo è uscito a maggio nella collana tempi nuovi di Laterza, a scriverlo, un professore di sociologia dell’Università di Padova, Stefano Allievi che da tanto si occupa di immigrazione. Anche in questo suo ultimo lavoro, dove però analizza il fenomeno insieme a demografia, emigrazione, istruzione e lavoro, per renderci un quadro realistico e complessivo. Quadro sconfortante, non c’è un solo dato positivo che riguardi il nostro paese e tra i tanti primati negativi, basterebbe ricordarne uno solo: fra tutti i grandi paesi europei, dopo la grande crisi del 2008, l’Italia è l’unico che si è impoverito. Tutti gli altri hanno recuperato, noi no. Perché? Perché ci stiamo spegnendo goccia a goccia come una candela? Manca una visione e

Il virus che rende folli

 L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuole far l’angelo fa la bestia. Così pensava quel sant’uomo di Blaise Pascal ché sapeva, per parlare di morale bisogna essere profondamente immorali. All’ultima pagina de Il virus che rende folli, si capisce tutto, è scritto mosso dalla rabbia. Bernard-Henri Levy in terza di copertina di questo attraente libricino nero edito da La Nave di Teseo, è detto filosofo, giornalista, attivista e regista. “Da oltre 40 anni la sua voce si leva con forza sui temi della morale e della contemporaneità”. Appena un centinaio di pagine ma densissime su quello che abbiamo appena vissuto e stiamo ancora vivendo a causa della pandemia. Cento pagine che vanno dal disagio, l’idiosincrasia, il dolore fino alla vera e propria rabbia. Seppure ammetta sia troppo presto, ora che si comincia a uscire dal lockdown, per “decifrare il codice del virus, ma anche il codice della paura che ha causato”, Levy aggiunge che è però ora di raccontare gli effetti

Goliarda Sapienza

  Forse tutto è autobiografia, con buona pace di crede nell’oggettività. Viene da pensarlo se ci si avvicina a una figura che del continuo mutare della coscienza, trasformazione incessante, ne sapeva eccome e con coraggio. Goliarda Sapienza è stata capace di dissezionare poeticamente il rapporto psicoanalitico che ebbe con un noto terapista, all’epoca, siamo nel 1962, fautore o vittima dell’analisi selvaggia che allora alcuni analisti praticavano. Il filo di mezzogiorno è il libro uscito per La Nave di Teseo che racconta quasi tre anni di un rapporto segnato da un profondo transfert. Ma è bene fare un passo indietro. Soffriva di depressione, Goliarda, ma dati i natali – era figlia di genitori illustri del socialismo italiano -, e dato l’ostracismo verso la psicanalisi prima del fascismo, poi della sinistra marxista a cui lei seppur criticamente apparteneva, non si era rivolta all’analisi. Ci arrivò, meglio, ci capitò. Soffriva d’insonnia, un non dormire malefico che neanche l’

Il pregiudizio psichiatrico

  Basta poco, un esaurimento dovuto magari a un momento di crisi negli affetti o nel lavoro e può capitare di “dare fuori” di testa, allora agli occhi di parenti e amici si diventa pericolosi e il ricorso a uno specialista dà avvio a una via crucis senza ritorno. “C’è da pensare che Gesù Cristo invece della croce, strumento contro gli schiavi in rivolta, oggi si sarebbe beccato l’intervento della scienza psichiatrica, strumento contro i pazzi pericolosi.” Parlava chiaro Giorgio Antonucci, non psichiatra che ha lottato dal 1966 fino ai suoi ultimi giorni contro l’internamento e il pregiudizio psichiatrico. Quest’ultimo è il titolo di un libro importante, tutto di fatti e in un linguaggio semplice: “Le parole complicate e astruse degli psichiatri, come quelle dei giuristi e ancor più dei politici, e dei medici in genere, servono a non far entrare gli altri nel loro mondo, dato che buona parte del potere passa per l’accesso alle parole e al loro significato.” Non-psichiatra che riteneva

Il mutuo appoggio un fattore dell'evoluzione

Non è raro, com’è capitato a me seduta sotto il pergolato di un bar, vedere due passeri in ricognizione di briciole: uno più scaltro beccava anche per l’altro pigolante e meno intraprendente. Praticamente l’uno nutriva sé e l’altro. Sono rimasta a bocca aperta non tanto per il fatto in sé, quanto perché da lì a un paio d’ore avrei terminato di leggere un libro fondamentale nel senso che dovrebbe essere alla base delle conoscenze di ciascuno: Il mutuo appoggio un fattore dell’evoluzione . Petr Kropotkin, sì proprio lui, l’anarchico, ne è lo splendido autore nella sua veste altrettanto preziosa di scienziato non conforme. A dare alle stampe, in una nuova traduzione tutta italiana, a cura di Giacomo Borella, è una casa editrice attenta a non sbagliare un colpo, elèuthera. La coincidenza dei due passeri mi dà agio per partire là dove parte Kropotkin, dall’osservazione, con una messe incredibile di esempi, dell’aiuto reciproco nel mondo animale per poi proseguire col mondo degli uomini.